La Cittadella dei Musei

Ingresso alla Cittadella dei Musei. L’imponente portone bronzeo, fiancheggiato da quattro colonne doriche in granito sardo, è stato rimosso nel mese di settembre 2023. Oggi al suo posto si innalza una più semplice porta d’ingresso realizzata in legno.

La Cittadella dei Musei, il principale complesso museale della città di Cagliari, è situata nella parte settentrionale del colle roccioso sul quale sorge l’antico borgo del Castello.
Vi si accede da piazza Arsenale, il cui nome ricorda come quest’area, sotto i Savoia, sia stata adibita a quartiere militare …così si legge anche sull’incisione di bronzo posta al di sopra delle colonne della porta, realizzata a imitazione di quella del Popolo di Roma.

Una presenza umana di epoca fenicio punica e romana è dimostrata dalle due cisterne che si trovano all’interno del giardino della Cittadella. In età pisana invece, e dopo la costruzione della Torre di San Pancrazio (1305), la stessa area risultava ancora esterna all’insediamento fortificato, ed era separata da quest’ultimo da un grande fossato collegato tramite un ponte levatoio, che la portava pertanto a rimanere al di fuori delle mura del Castello.

L’attuale spazio che ospita la Cittadella dei Musei iniziò a prendere forma durante il periodo spagnolo (a partire dal 1552) quando, ad opera di Rocco Capellino, fu realizzato un’importante sistema difensivo denominato la Tenaglia, un baluardo che costituiva l’ultimo scudo di salvezza in caso di conquista del resto del quartiere.

Il sito, per un breve periodo, si caratterizzò per essere uno dei luoghi più fortificati della città: difeso dalla torre-prigione, dal ponte levatoio di S’Avanzada, dai barbacani vicini, e dalle controporte e mura aggettanti che si insinuavano verso la strada che da Villanova conduceva al Castello e viceversa.

Gruppo scultoreo della Santa Barbara, protettrice degli artiglieri

La veloce evoluzione dei potenti mezzi di artiglieria imposero però, già dal 1573, di rettificare l’impostazione delle corrispondenze dei bastioni, e in quest’ottica militare la Tenaglia venne in parte demolita.
Alcuni resti di quelle fortificazioni (scampati ai bombardamenti del 1943) oggi risultano inglobati nei moderni edifici delle sale della Pinacoteca e del Museo Archeologico Nazionale, e sono ancora facilmente distinguibili.

In periodo sabaudo l’area fu di nuovo oggetto di lavori di perfezionamento difensivo e i piemontesi si ingegnarono, oltre che nella realizzazione del quartiere militare, anche nella costruzione della Porta del Regio Arsenale (1825).
L’imponente portone bronzeo che si innalzava fino al settembre del 2023, e che adesso si può osservare solo nelle fotografie, è invece un’opera più recente, e venne realizzato dagli scultori Mario Salazzari e Riccardo Cassini nel 1979.

L’intero spazio, che oggi conosciamo come Cittadella dei Musei, prende il nome di “Regio Arsenale” nel 1727, e al di là della sua porta (composta da quattro antiche colonne di granito che sorreggono un arco, sopra al quale si notano le armi in bronzo del Regno di Sardegna e l’iscrizione commemorativa) in origine si aprivano le scuderie, i depositi di munizioni, le caserme e il variegato mondo di militi e ufficiali che avevano difeso la città. All’interno dell’area  vi si trovava anche una grande fonderia per la costruzione di armamenti, dove, fra le altre cose, fu realizzata anche la statua di Carlo Felice che attualmente si trova in piazza Yenne.

Definite impropriamente i “Giganti”, provengono dall’area archeologica di Mont’e Prama, situata nel territorio comunale di Cabras (Sardegna). Sono gli unici esempi di statuaria in pietra del periodo nuragico (900-700 a.C.) ritrovati in tutto l’ambito del Mediterraneo.

Il Regio Arsenale venne utilizzato fino al 1870, poi fu trasformato in distretto militare e mantenne questo uso fino agli anni Venti del Novecento. Subito dopo divenne caserma militare e fu intitolata all’eroe quartese Eligio Porcu, scomparso nel corso della Grande Guerra del 1914-1918.
Durante la Seconda Guerra Mondiale tutta la superficie  fu seriamente danneggiata dai bombardamenti che devastarono la città di Cagliari; dopodiché per il quartiere militare iniziò un lungo periodo di abbandono e degrado, interrotto solo nel 1950, in seguito alla decisione di ampliare il vecchio Museo Archeologico di piazza Indipendenza.

Interno Museo Etnografico

La conclusione dei lunghi lavori progettati dagli architetti Piero Gazzola e Libero Cecchini risale invece al 1979 (con l’inaugurazione del portone bronzeo), e laddove un tempo sorgeva la piazzaforte del complesso militare sabaudo, ora è un continuo via vai di studenti, visitatori  e ricercatori, che raggiungono le varie sale del museo immettendosi sotto il portale tripartito in colonne doriche sormontate dal già noto fastigio, che, tra bandiere svettanti, obici, trombe e leoni rampanti, regge lo stemma del Regno di Sardegna con l’aquila reale, a sua volta cinto dal collare della Santissima Annunziata.

Oggi la Cittadella dei Musei è una struttura polivalente che raccorda storia, arte e ricerca, e rappresenta uno dei migliori esempi di architettura cui sono mirabilmente fusi antico e moderno. È un luogo dove solo l’ingegnosità del percorso, attraverso le successioni storiche, artistiche e culturali, basta a giustificarne una visita, e niente fa pensare che all’interno si apra, come un tesoro inatteso, uno spazio moderno e funzionale sorto sopra anni e anni di storia, perché moderne sono infatti le costruzioni in mattoni, ma così intelligentemente integrate che tutto l’antico è a vista e racconta la storia di questa parte di Castello: i resti di cisterne puniche e romane, le fortificazioni spagnole, la cappella settecentesca, le carceri piemontesi.

Funzionale e ingegnoso è anche il percorso, sia reale che ideale, con cui sono organizzate le diverse sezioni espositive.

Interno Museo Etnografico

Tutta l’area che attualmente ospita le mostre è quindi più vecchia e ricca di storia di quasi tutte le stesse opere esposte, poiché superato l’ingresso dell’antico Arsenale, la Cittadella dei Musei accoglie il visitatore con un complesso di edifici e di strutture di varie epoche che si sviluppano intorno ad un’ampia corte centrale. Sono presenti anche delle aree verdi in cui è possibile effettuare una piacevole sosta e ammirare uno splendido panorama sulla città di Cagliari.

Oltrepassato quindi  il varco di accesso, sulla destra si ritrovano subito le ex prigioni di San Pancrazio, tuttora adibite a sale museali temporanee.

La visita prosegue poi nei vari spazi con le gallerie che ospitano le mostre permanenti:

il Museo Archeologico Nazionale, inaugurato nel 1993, rappresenta un ottimo dispositivo di conoscenza della storia isolana. Al  primo piano si trova un excursus di quella che è stata la vicenda storica sarda dal neolitico all’alto medioevo, mentre gli altri piani sono invece concepiti per aree espositive a carattere geografico, con reperti provenienti dagli scavi più importanti.

La Stele di Nora, la più antica attestazione del nome della Sardegna. La sua datazione oscilla tra l’850 e il 725 a.C., ed è ritenuta la più antica testimonianza scritta trovata nel Mediterraneo occidentale.

Così, tra corredi funerari, monili di epoca imperiale, monete bizantine, vasellame e navicelle nuragiche, ci si può fare un quadro complessivo degli accadimenti che hanno interessato la Sardegna nel lungo corso dei secoli. Molto interessanti poi le collezioni di epoca preistorica e nuragica, con i mitici bronzetti raffiguranti guerrieri e dee madri.

La Pinacoteca Nazionale è ospitata all’interno del complesso della Cittadella dei Musei  dal 1992. L’edificio che la accoglie, disposto su tre livelli, risulta essere il prodotto del connubio tra l’intervento moderno e il rispetto delle antiche strutture cinquecentesche. Al suo interno sono custoditi dipinti di enorme importanza artistica e storica. Arricchisce il patrimonio, una preziosa raccolta di tessuti, ricami, intrecci e cestini, arredi domestici e liturgici, sculture, ceramiche, armi, elementi lapidei, stemmi, oreficeria e gioielli. In totale sono presenti circa 1300 pezzi. Tra i dipinti si annoverano numerosi esempi della bottega del Cavaro, del Manais, Figuera, Mates, Marcelo, Castagnola ecc.. l’insieme dei pezzi ospita opere che spaziano dal XIV al XX secolo. La collezione di tessuti, mobili, armi ecc.. sono invece esposte a rotazione per mancanza di spazi e comprendono manufatti che vanno dal medioevo al XIX secolo.

Reliquiario dei SS Martiri di Sardegna, 1615-1620 ca. Commissionato da Francisco de Esquivel per la propria residenza, rientrava nei beni custoditi all’interno della Chiesa di San Francesco di Stampace

Il Museo d’Arte Siamese riveste una particolare importanza poiché ospita la più grande e fornita galleria di opere d’arte siamesi di tutta Europa. Il fondo si costituì grazie alle ricerche effettuate dal collezionista cagliaritano Stefano Cardu che, nel 1914, donò alla Municipalità quanto aveva raccolto nei suoi numerosi viaggi non solo nel Siam, l’attuale Thailandia, ma in tutta l’Indocina.
Tra i vari oggetti si possono ammirare sculture lignee, quadri, oggetti di uso domestico, armi, monete, argenti, porcellane a carattere religioso o profano. Spiccano i dipinti ricollegabili al ciclo del Ramakien (un poema epico  thailandese, ispirato all’indiano Ramayana), diversi manoscritti, le sculture raffiguranti il Buddha, okimono e netzuke giapponesi di epoca Meiji, porcellane cinesi e siamesi databili tra il XIV ed il XIX secolo. Da segnalare la raccolta d’armi, unica nel suo genere in Italia. La collezione è esposta dal 1981.

Al Museo delle Cere Anatomiche ci si può senza dubbio stupire della collezione di Clemente Susini, perché forse una delle più complete al mondo. Le cere anatomiche, riproducenti parti del corpo umano, sia femminile che maschile, vennero modellate nel Museo della Specola dall’artista Susini, tra il 1803 ed il 1805, prendendo come modello le dissezioni di cadaveri operate dal professor Francesco Boi, docente di anatomia umana a Cagliari, il quale, con permesso reale, si era recato in giro per l’Italia in modo da accrescere le proprie conoscenze in materia.

Sarcofago delle Nereidi. Figlie dell’anziano dio del mare Nereo e della dea Doride, le ninfee del mare rappresentano un connubio perfetto tra bellezza e mistero. Giovanissime e con i capelli ornati di perle, abitavano nelle profondità del mare, all’interno di una grotta che risplendeva di argento. Abbagliate di luce e bagnate dal sale marino, si spingevano sulla superficie cavalcando cavallucci marini e delfini solo per aiutare i marinai che avevano perso la rotta.

Le cere vennero acquistate da Carlo Felice di Savoia nel 1805 e inizialmente ospitate nel suo museo di antichità e storia naturale, situato all’interno del Palazzo Reale. Dopo essere passate all’Università, furono invece allocate nel 1858 fra le mura di palazzo Belgrano. Solo nel 1991 vennero infine spostate nella sede attuale, all’interno della sala pentagonale. L’esposizione è divisa in 23 tavole di legno, sopra le quali si trovano uno o più pezzi della collezione, corredate da complete didascalie.

All’interno del complesso museale si può visitare anche il Dipartimento di Scienze archeologiche e storico-artistiche dell’Università degli Studi, che include il settecentesco ambiente della cappella dell’Arsenale, con il portale in calcare scolpito e il sovrastante gruppo scultoreo della Santa Barbara.

Nel grande giardino è presente invece l’accesso alle cannoniere cinquecentesche, che corrono sotto il Museo Archeologico e la Pinacoteca, e che fanno capolino negli spazi oggi in uso alla Polizia di Stato.
Costruite durante la prima metà del ‘500, le due cannoniere sono opera dell’architetto militare Rocco Capellino, al quale si deve anche un primo disegno del sistema fortificato della Cittadella dei Musei. Successivamente, sull’impianto difensivo intervenne il più esperto Giorgio Palearo Fratino, che nel 1573 ampliò il disegno delle mura perimetrali, conservando l’impianto delle cannoniere.
Lo scavo della galleria di raccordo, realizzato durato gli anni Venti dell’800, e che intercetta parte delle cannoniere, lo si deve invece al Conte Carlo Pilo Boyl, direttore del Regio Arsenale.