La Porta di Altamira

Particolari dell’opera murata di S’Avanzada

Il Castello di Cagliari costituisce uno straordinario palinsesto di “città murata”, capace ancora di rendere leggibile la successione delle più avanzate tecniche di difesa militare che si sono succedute in un periodo che va dal XIII al XIX secolo.

L’antico borgo è stato una “macchina da guerra” d’eccellenza per le maggiori potenze politiche e militari delle epoche passate: per la repubblica di Pisa è il baluardo di un sistema di dominio sul quale la madrepatria toscana ha investito le sue migliori energie progettuali e realizzative, mentre per l’impero spagnolo del Cinquecento è il perno della strategia militare mediterranea, un punto cruciale le cui fortificazioni sono state affidate ai maggiori ingegneri architetti militari dell’epoca. Opere che in gran parte sono giunte fino a noi sostanzialmente intatte o modificate per ragioni di mutata difesa, ma che in ogni caso riescono comunque a dare l’idea dell’espressione di quelle tecniche costruttive che, su scala occidentale, non temevano rivali.

La Porta di Altamira

Ne è un esempio la Porta di Altamira, nota oggi come “Porta S’Avanzada” o di “San Pancrazio”, che costituisce l’attuale passaggio obbligato per chi, dal Terrapieno, vuole entrare in piazza Arsenale.

Il varco rappresenta uno dei monumenti simbolo del sistema delle fortificazioni di Cagliari e la sua costruzione, posta di fianco alla base della grande Torre di San Pancrazio è, forse, una delle più elaborate e monumentali di tutto il perimetro murato.

La sua realizzazione la si deve al viceré Conte Don Luis de Moscos Ossorio de Altamira che, sul finire del XVII secolo, temendo l’invasione della Sardegna da parte dei francesi, effettuò una attenta ricognizione dei baluardi e delle piazzeforti presenti in città, ponendo in atto una campagna di riparazioni e manutenzioni. Nello specifico, avvertì una certa debolezza nella difesa nord e, in particolare, in prossimità della rampa dell’Avanzada (che prende il nome dal toponimo spagnolo seicentesco “Estrada Avancada” ovvero la via di collegamento del Castello al sottostante borgo di Villanova). Il nemico, infatti, sfondata la Porta Falsa di San Pancrazio – che fino al 1912 si trovava nell’attuale via Ubaldo Badas, nella salita di S’Avanzada – si sarebbe facilmente insinuato all’interno del Castello. Pertanto, venne presa la decise di costruire una nuova porta fortificata sopra una porzione dell’antico fossato medievale che circondava la grande torre, all’altezza dell’ormai scomparso ponte levatoio.

Interno del varco 

I lavori ebbero inizio nel 1692 e terminarono nel  giugno dell’anno seguente. Le nuove strutture, note oggi con il nome di Portico San Pancrazio, erano state progettate in modo che aderissero in maniera scrupolosa alle pareti della trincea, al Baluardo del Dusay da una parte, e all’antemurale della grande torre omonima dall’altra.

L’edificio che sormontava la nuova porta era composto da due piani, con accesso dal piano terra attraverso due passaggi, uno per lato, presenti all’interno del portico. Nella facciata rivolta verso Villanova si aprivano invece due feritoie al piano terreno e quattro al piano superiore.

Al piano terreno si apriva anche lo stretto e lungo portico voltato a botte, rinominato Porta di Altamira in onore al viceré che ne volle l’edificazione.

Per completare le strutture a difesa dell’area Nord, sempre nel 1693, sopra il blocco roccioso posto all’estremità superiore della rampa, vennero costruite una garitta circolare e una casupola pentagonale per alloggiarvi i soldati incaricati della guardia notturna e della difesa della Porta Falsa di San Pancrazio. Nel gennaio 1694 furono aggiunte anche due cannoniere in cui, in caso di assedio, si sarebbero potuti piazzare due pezzi d’artiglieria.

Per rendere inaccessibile la Rampa di San Pancrazio (oggi de S’Avanzada), Felice De Vincenti, secondo il piano approvato nel 1727, fece rafforzare la Porta Falsa, ribattezzandola “Porta San Pancrazio a prova di bomba”, rimasta poi nelle memorie con il nome di “Porta de S’Avanzada”, che altro non era che una cortina edificata tra il bastione del Beato Amedeo e il costone del colle, all’altezza del bastione del Mulino a Vento.

Ufficiali di fanteria e alle loro spalle la Porta Falsa (ph 1900)

Nel 1728, l’ufficiale ingegnere del Regio Esercito Sardegna Bernardino Vallino, a cui venne affidata la successiva direzione delle fortificazioni di Cagliari, portò a compimento diverse opere progettate dal De Vincenti per la difesa del versante di San Pancrazio, e tra queste, completò anche il trinceramento davanti alla Porta de S’Avanzada. Si trattava di una strada coperta con muro di controscarpa, strada, banchetta, parapetto e spalto, dove veniva però tenuto aperto un varco, da chiudersi la sera, per consentire il traffico delle persone e il commercio delle vivande durante il giorno.

Un secolo dopo, durante i lavori per la sistemazione di piazza Arsenale, con l’abbassamento del livello del fossato e lo sbancamento degli slarghi, la Porta di Altamira venne ricostruita ricomponendo più in basso sia lo zoccolo che la soglia e l’arco.

Più tardi, nel 1912, per favorire il percorso della linea tranviaria dell’Avanzada all’interno del Castello, la stessa porta venne rassettata per permettere il passaggio del tram, un adattamento che portò all’assottigliamento dei piedritti dell’arco di ingresso.
Negli anni 1983-90, contestualmente ai restauri dei prospetti sulla piazza Arsenale, si intervenne anche sulla sua facciata e nei suoi locali interni, che da troppo tempo contenevano terra e detriti.

La Porta Falsa invece non esiste più, e S’Avanzada oggi è una bella salita dove ci si può fermare ad ammirare la lunga catena dei tetti di Villanova e l’orizzonte. Di lei rimane solo una lapide, datata 1728, che esaltava l’opera piemontese commissionata da Vittorio Amedeo II, appena nominato re di Sardegna, dopo che l’isola era passata nel giro di pochi decenni dagli spagnoli agli Asburgo e quindi ai Savoia. Quella lapide adesso si trova incassata nella parete rocciosa, sulla destra, prima dell’attuale ingresso in piazza Arsenale.

Particolari dell’opera murata di S’Avanzada

La Porta di Altamira è l’esempio di una struttura che non ha bisogno di una guida o di una passeggiata solitaria per godere di un po’ di storia. Se si è fortunati, l’obbligo di attraversare il medesimo tratto di strada offre l’opportunità per ammirare un pezzo d’arte anche comodamente seduti in auto, in attesa che scatti il semaforo verde, poiché massiccia e grandiosa è la struttura sovrastante il varco che fa di tale passaggio un elemento architettonico facilmente apprezzabile, dove perfezione, architettura e prospettiva sono tre elementi chiave che fanno della Porta oltre che un simbolo monumentale della città, anche l’occasione per osservare non una qualsiasi forma d’accesso verso un’altra zona, ma bensì un monumentale sistema di protezione entrato a far parte della storia di Cagliari.