La leggenda della bambina fantasma

L’apparizione di una bambina fantasma sembra essere l’ingrediente di una strana vicenda che si perpetua a Cagliari fin dal 1906..

In questo antico borgo arroccato sul colle, a circa cento metri sul livello del mare, la storia pervade ogni strada, ogni via, persino ogni pietra. Nella cultura tradizionale però, hanno un ruolo primario anche i racconti popolari che riguardano alcune figure del luogo, che, probabilmente, devono la loro fama ad una morte violenta, oppure a delle vicissitudini amplificate dal fatto che le aree destinate alle loro sepolture non vennero mai consacrate.

È certamente un modo nuovo di raccontare una città, avvincente e suggestivo, giocato sul filo di una narrazione in cui gli spiriti prendono vita là dove il reale e l’immaginario si intrecciano attraverso il linguaggio del mito.

Le leggende possono diventare anche uno spunto per scoprire la bellezza e la ricchezza dei siti, perché permettono di far riemergere una miriade di informazioni e curiosità forse troppo presto dimenticate. Inoltre, spettri, ombre e apparizioni di spiriti erranti, che suscitano certamente sentimenti contrastanti misti a curiosità, perplessità e scetticismo, attraverso le narrazioni possono continuare ad affollare il borgo, da una parte perché la terra, da queste parti, continua a mantenere una forte carica negativa che spinge le anime a cercare pace altrove, dall’altra perché siamo semplicemente affascinati da un mondo che non ci appartiene.

Ne è testimonianza abbastanza recente nel tempo, per esempio, la notizia del ritrovamento di una piccola bara, avvenuto durante la demolizione degli ultimi ruderi dell’antico convento domenicano di Santa Caterina.

Nel 1906, durante i lavori di scavo, gli operai trovarono una cassa che conteneva il corpo intatto di una bambina vestita di bianco, un bianco candido violato solo dalle figure di alcuni petali rossi e da dei calzini con la punta verde. Chi la vide, disse che la piccola sembrava sopita in un sonno profondo, tra le pieghe del tessuto che ancora avvolgeva la bara, mentre il medico che la esaminò, ne constatò il perfetto stato di conservazione, nonostante i molti anni trascorsi sotto la terra.

Insieme alla cassa rivenne anche una minuscola lapide che riportava il suo nome “ICI REPOSE MARIETTE DE ST.AMAND, NEE’ A MILAN LE 15 DECEMBRE 1856 – MORTE A CAGLIARI LE MARS 1859”.

Erano passati 47 anni dalla sua morte, e la bambina era ancora perfettamente riconoscibile, seppur nel pallore del riposo eterno. Il suo viso, incorniciato da sottili capelli scuri, appariva sorprendentemente sereno e pronto a risvegliarsi da un momento all’altro.

Le autorità dell’epoca decisero di tumularla subito con rito cristiano in un’area consacrata presso il cimitero di Bonaria, ma il ritrovamento di quel corpicino divenne comunque argomento di chiacchiere e poi di storie che ancora oggi si rincorrono fra le vie del quartiere.

Mariette, seppur in maniera sempre più sporadica, si dice continui a transitare lungo le strade dell’antico borgo del Castello, aggirandosi per i vicoli e chiedendo a coloro che incontra una tazza di latte.

In tanti hanno più volte tentato di capire chi fosse quella bambina vestita ancora in abiti ottocenteschi, ma la sua tempestiva capacità di apparire era identica a quella che le permetteva di sparire improvvisamente nel nulla.

Le storie che raccontano di lei la descrivono come una presenza reale, ma capace di creare quel po’ di allarmismo che basta per rendere inquieti gli abitanti della zona, e non solo.