La Torre di San Pancrazio e la leggenda delle donne vampiro

Veduta notturna della Torre di San Pancrazio

A Cagliari, da sempre, la luce del giorno bacia la Città del Sole, trasformando ogni angolo in paradisiaco incanto, ma quando cala la notte solo il plenilunio anima le tenebre, ammantando la torre di mistero. L’eco del passato e tracce di storia incancellabile prendono vita tra buio e silenzio, e uno speciale popolo immerso nelle tenebre abita Castello: spiriti condannati a vagare lievi ed evanescenti in quei luoghi dove mai scomparvero, fantasmi di donne uccise terribilmente, anime malinconiche e perdute, destinate per supplizio a non raggiungere mai il cielo. Suggestioni o percezioni reali sono tracce di eventi tragici realmente accaduti: congiure, inganni e donne messe al rogo.

Passando in prossimità della torre, magari entrando dalla Porta di Altamira, si ha spesso l’impressione di essere osservati, guardati da qualcuno che sta nascosto dietro le finestrelle del complesso difensivo della città fortificata. Un’impressione che in molti asseriscono di avvertire, soprattutto di notte, quando si ha più suggestione nel transitare per queste strade strette.

Ed è qui nella torre che, donne guaritrici, veggenti, e sapienti in grado di saper usare erbe officinali e medicamentose, vennero rinchiuse in attesa del verdetto. Le loro imprecazioni e le urla sembrano ancora risuonare nelle vuote campate del mastio. Il vento, che intrufolandosi nelle feritoie della torre provoca un profondo senso di prostrazione in chi vuole udire urla e lamenti, non basta da solo a giustificare il timore, quasi reverenziale, che non pochi hanno nel transitare in prossimità della costruzione.

Dominiga Figus, una femminista del tempo e rea confessa (ma sotto costrizione) di praticare sortilegi e di essere stata l’amante del diavolo, aveva osato ribellarsi alle angherie della potente famiglia Zapata presso cui era serva. Accusata per questo di essere adoratrice del demonio e creatrice di incantesimi e maledizioni, era stata infine imprigionata nella torre.
Il poco che sappiamo su di lei è noto perché la sua vita incrociò quella di un’altra donna: la viceregina Maria de Requesens, sospettata anche lei di stregoneria e implicata in uno scandalo che coinvolse l’elite di Cagliari nella metà del Cinquecento. In molti erano disposti a giurare che la viceregina fosse una strega, così venne aperto un procedimento inquisitorio per appurare la reale natura dell’accusa, ma il viceré certo dell’innocenza della consorte, riuscì a provare la falsità delle testimonianze e la regina fu prosciolta.

Dominiga invece sparì.

Di notte, da allora, tra le viuzze di Castello la gente cominciò a notare strani fenomeni: gatti neri, implacabili aggressori di bambini, furono visti in ogni angolo del quartiere. Tanti testimoni (del nostro secolo) raccontano di avere assistito chiaramente alla trasformazione di una donna dallo stato animale, quindi di gatto, allo stato umano. E si dice che si tratti delle stesse donne sospettate di essere delle sùrbili, le streghe vampiro che succhiano il sangue, specialmente dei neonati non ancora battezzati, e che si trasformano, librandosi dal loro corpo, in gatto o in mosca, pronte a volare e ad entrare nelle case di chi è immerso nel sonno.

Ma si racconta anche che tra le vie del quartiere Castello sia tornato lo spettro della viceregina, che non dimenticò mai quegli accadimenti, e che per questo vaghi ancora, sfiorando con la sua veste il selciato di pietra..